Storia, arte e cultura sono dei mezzi importantissimi per far sì che il passato non ritorni e che tutto ciò che è successo non avvenga più. Ciò vale in tutti gli ambiti, anche per la triste storia di Franco Mastrogiovanni, raccontata da Giancarlo Guercio che ha sentito il bisogno ma anche il dovere di riportare la storia dell’uomo prima sul palco di un teatro e poi anche su un libro “Quem Quaeritis” per farla conoscere a chi ne è all’oscuro. Lui come molti altri, pensa infatti che arte e cultura possano andare di pari passo, completarsi e migliorare il mondo. La storia di Franco Mastrogiovanni ha fine nella notte tra il 3 e 4 agosto 2009, nell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania, con esattezza nel reparto psichiatrico, dove l’uomo morì a seguito di un trattamento sanitario obbligatorio. Gli alunni di Franco Mastrogiovanni, lo chiamavano “maestro più alto del mondo”, e così continua a chiamarlo Guercio per non dimenticare e superare la perdita in maniera cosciente e collettiva.
Dopo la presentazione del suo libro, Guercio scrive “Con il cuore tronfio di soddisfazioni per l’ottima riuscita della presentazione del libro sento l’obbligo e soprattutto il piacere di ringraziare quanti hanno reso possibile questo successo”. All’evento infatti hanno partecipato in molti, compreso il sindaco Elia Rinaldi, il presidente del Parco Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Tommaso Pellegrino, Valeria Chirico, del presidente della Bcc Buonabitacolo Giovanni Rinaldi, di Enzo Visi, e dell’attrice Biancarosa Di Ruocco. Uno degli ospitti maggiormente attesi è stata Caterina Mastrogiovanni, nonchè sorella di Franco che ha colto l’occasione per dire “Non perdonerò mai chi ha ucciso in modo barbaro mio fratello”.
Il giornalista Lorenzo Peluso, ha curato la prefazione del libro scrivendo “E’ una sentenza spartiacque che lascerà un segno e che apre definitivamente il dibattito, a livello nazionale, sui metodi di contenzione applicati nei reparti di psichiatria e sull’applicazione dei Trattamenti Sanitari Obbligatori”.