Le origini della preghiera: tra storia e testimonianze

Le preghiere vengono recitate dai fedeli nell’ambito di una religione che si segue. Se si parla di quelle cristiane – come Padre Nostro e Ave Maria – non ci si chiede mai chi le abbia composte e quali siano le vere origini. Tramandate nei secoli oggi hanno lo stesso potere, senza mai cambiare versi e significato: facciamo insieme un piccolo passo indietro nel tempo per scoprire quali sono le loro origini?

Le origini della preghiera

Le preghiere sono tantissime come possiamo approfondire su preghiereperpregare, ma mai nessuno si chiede come siano arrivate sino ai giorni nostri e quali siano le loro reali origini.

Fin dall’inizio della storia dell’umanità e delle religioni, la preghiera è stata formulata per rappresentare il contatto diretto con una divinità: questa è la caratteristica che accomuna la maggior parte delle religioni del mondo.

Chi prega? In maniera differente ma sempre con lo stesso obiettivo i musulmani – gli ebrei – induisti – sikh e i cristiani (in altri casi si predilige la meditazione). Le preghiere possono essere recitate insieme alla comunità, privatamente, in maniera spontanea o recitando i testi scritti tramandati da generazione in generazione.

È bene evidenziare che il Cristianesimo, Islam ed Ebraismo condividono la caratteristica di svolgere la preghiera con rituali definiti e associati a tempistiche, il tutto accumunato da modalità e posizioni.

Le preghiere di origine cristiana sono tantissime e, come accennato, tramandate da generazione in generazione attraverso i secoli. Ma quali sono le origini?

Padre Nostro e Ave Maria, chi le ha composte?

Impossibile analizzare tutte le preghiere esistenti nel mondo, ma proviamo a trovare l’origine delle due più conosciute come Padre Nostro e Ave Maria.

Padre Nostro

Si tratta della preghiera cristiana più importante proprio perché è l’unica – secondo le scritture – ad essere stata insegnata direttamente da Gesù. La preghiera Padre Nostro si trova all’interno del Nuovo Testamento e sono stati Matteo e Luca a riportarla, anche se i due racconti si differenziano in alcuni aspetti.  Matteo inserisce i versi nel Discorso della Montagna quando Gesù era all’inizio delle sue predicazioni insegnando gli stessi ai suoi seguaci. Per Luca invece tutto è iniziato quanto Gesù ha insegnato i versi ai discepoli dopo che uno di loro ha chiesto spiegazioni su come pregare, come interpretare queste scritture.

La versione di Matteo è quella conosciuta da tutti ed è stata tramandata da generazione in generazione, mentre quella di Luca risulta essere più breve e meno diffusa (eliminando “sia fatta la tua volontà” e “liberaci dal male”). Non solo, Luca parla di “peccati” invece che di “debiti” perché a quei tempi il termine era sicuramente più comprensibile ai suoi lettori.

Ave Maria

Secondo la devozione popolare, questa è la preghiera speciale dedicata alla madre di Gesù e invocata da ogni cristiano. Viene recitata singolarmente oppure durante il Rosario: seppur molto antica, la sua versione completa è leggermente più recente.

Il testo è stato suddiviso in tre parti, con le prime due che si riferiscono al Vangelo di Luca e l’ultima aggiunta poi di seguito. Gli studiosi pensano che le parole Elisabetta e Papa Urbano II siano state aggiunte al nome di Gesù nel 1262 – ma le prove storiche sono pochissime per confermarlo.