Se c’è una cosa a cui gli italiani non sanno rinunciare anche in periodo di crisi, è la cartomanzia e l’arte divinatoria in generale. In momenti così difficili nella società italiana, dove nessuno pare sia in grado di dare una speranza concreta, molta gente ricorre all’aiuto dei cartomanti e dei sensitivi per ottenere una speranza e vedere la luce nella soluzione dei propri problemi.
Le statistiche confermano che almeno il 20% degli italiani ha deciso di ricorrere all’aiuto di sensitivi, cartomanti o maghi per trovare una risposta concreta ai propri problemi. In effetti, il numero sempre crescente di siti di cartomanzia online conferma questo dato: cercare un consulto per leggere i tarocchi, predire il futuro o tentare la fortuna con i numeri dati da validi esperti sono solo alcune delle richieste più frequenti degli italiani.
I professionisti del mondo dell’occulto che esercitano professioni di maghi e cartomanti sono numerosi in Italia: si calcola che siano almeno 160 mila e 30mila i consulti giornalieri. Le numerazioni telefoniche che rispondono al numero 899 sono prese d’assalto ogni giorno da clienti che desiderano conoscere in anticipo il loro futuro, avere notizia sulla persona amata, sapere se troverà un lavoro: sono queste le domande più frequenti, anche se di recente quella del lavoro è senza dubbio la più gettonata.
Ogni consulto ha un costo ovviamente, che però si è notevolmente ridotto dall’avvento delle consulenze online e dai consulti fatti tramite le telefonate. L’importo può variare da un minimo di 50 a 100, 200 o 300 euro, a seconda delle richieste. Quali sono i motivi reali che spingono una persona a consultare i cartomanti? Se prima erano maggiormente le donne a richiedere il loro aiuto, la crisi ha equiparato le richieste e ad oggi sia donne che uomini affrontano tutto, anche il ricorso ad un cartomante, allo stesso modo, per conoscere gli aspetti che riguardano il lavoro e il denaro. In un presente che offre poco o nulla, la cartomanzia sembra dare una speranza che invece il nostro paese non sa dare.