
Si sente sempre più parlare di crisi da sovraindebitamento Equitalia, ma in cosa consiste esattamente? In realtà questa situazione è molto più comune di quanto si potrebbe pensare e infatti colpisce numerosi cittadini che, per varie ragioni, non hanno provveduto al regolare versamento delle imposte. Vediamo, qui di seguito, tutto quello che è possibile fare per risanare i debiti maturati nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, un tempo Equitalia.
Crisi da sovraindebitamento Equitalia: aspetti generali
La prima cosa da sapere è che i debiti generati dal mancato pagamento delle imposte interessano moltissimi privati, famiglie, artigiani e imprenditori. Le cartelle esattoriali e gli avvisi di accertamento che vengono notificati possono essere di varia natura, quindi ad esempio relativi a bollo auto, Iva, imposte comunali, F24, Inail o contributi previdenziali. In tanti altri casi si riferiscono anche alle tasse per i lavoratori autonomi o liberi professionisti.
Com’è facile intuire, chi non provvede al regolare versamento delle tasse con il passare del tempo potrà trovarsi in una condizione per nulla piacevole, visto che l’ammontare del debito tenderà ad aumentare un giorno dopo l’altro anche a causa degli interessi moratori.
Uscire definitivamente da questa situazione è comunque possibile, perché la legge in vigore consente di raggiungere un accordo con l’Equitalia, ovvero di stilare un piano per procedere al pagamento rateale di quanto dovuto. Si tratta di un’opportunità da cogliere al volo, anche perché in questa maniera si evitano azioni esecutive, ovvero pignoramenti e iscrizioni ipotecarie sull’abitazione. Alla fine della procedura, prevista dalla Legge n. 3 del 2012, il contribuente non sarà più un debitore nei riguardi del Fisco e potrà vivere in maniera più serena. Non a caso, del resto, il citato provvedimento normativo è meglio noto come legge “anti-suicidi”.
Come accedere alla procedura per il risanamento delle pendenze debitorie
Intraprendere l’iter per cancellare tutti i debiti che si hanno nei riguardi delle amministrazioni finanziarie, enti e istituti di credito è piuttosto semplice. Il primo step consiste nel quantificare in maniera esatta l’ammontare della somma dovuta. Si tratta di un aspetto molto importante perché il totale del debito potrebbe anche includere somme che nel frattempo sono cadute in prescrizione e quindi non più dovute. Più nel dettaglio si tratta di debiti per i quali l’Agenzia ha omesso di effettuare le dovute richieste nell’arco temporale stabilito, che può essere di 5 o 10 anni a secondo della natura del tributo, così come previsto dalle norme in materia di prescrizione.
Non mancano poi casi in cui il debito non è dovuto a causa di un errore commesso dall’Agente per la Riscossione. Si pensi, ad esempio, al caso in cui la cartella riporta informazioni che non sono riconducibili al contribuente. Anche in questa ipotesi nulla è dovuto e l’importo dovrà essere defalcato dal totale del debito.
Per far valere la prescrizione o altri errori indicati nella cartella bisogna instaurare un giudizio tributario, quindi iniziare una causa. Il Giudice designato, dopo aver analizzato tutta la documentazione presente agli atti, emetterà una sentenza di annullamento e quindi dichiarerà il contribuente non più tenuto al pagamento di quanto prescritto o richiesto per errore. Solo una volta conclusa la causa si potrà iniziare la vera e propria procedura di “esdebitamento” nei confronti di Equitalia.
Annullamento dei debiti e sovraindebitamento Equitalia
Grazie a questa legge molti italiani sono riusciti a sanare la propria posizione debitoria con l’Equitalia, quindi a pagare il totale delle cartelle esattoriali accumulate nel corso degli anni. Bisogna precisare che possono usufruire di questa legge non solo i consumatori e i professionisti, ma anche gli artigiani, i commercianti, gli imprenditori e persino gli enti che operano senza scopo di lucro.
Tutte queste categorie, infatti, possono ritrovarsi in una condizione di forte squilibrio, considerando gli impegni commerciali assunti e la liquidità effettivamente disponibile. Per questa ragione il legislatore permette di poter pagare il debito verso lo Stato ma in maniera coerente con quelle che sono le specifiche capacità economiche del contribuente. In definitiva, quindi, quello che verrà corrisposto non sarà l’intero importo richiesto da Equitalia, ma solo ciò che potrà essere pagato in base alle entrate personali, così da poter garantire il sostentamento del debitore, oltre che della sua famiglia.
Requisiti per poter annullare i debiti con lo Stato
I contribuenti che intendono accedere alla procedura per il risanamento delle pendenze tributarie non dovranno essere dichiarati falliti, ma ritrovarsi in una posizione di forte difficoltà economica, tale da rendere il debito insostenibile.
Le somme maturate, inoltre, non devono essere riconducibili a reati gravi, come ad esempio la frode. Ulteriore requisito per poter annullare le cartelle esattoriali è la mancata presentazione della richiesta nel corso degli ultimi 5 anni.
A questo punto sarà possibile presentare un’istanza al Giudice competente, affinché vengano valutati tutti i presupposti e di conseguenza stilato il piano di rientro, ovvero di ristrutturazione, sulla base di quelle che sono le reali possibilità economiche dell’interessato. Quest’ultimo, di contro, potrà liberarsi in modo definitivo dai debiti, oltre che dai pignoramenti ed eventuali segnalazioni registrate al Crif.
Come presentare la domanda per l’annullamento dei debiti tributari
Alla luce di quanto chiarito, l’ammontare debitorio maturato nel tempo nei riguardi dello Stato può essere definitivamente rimosso, a patto di seguire una particolare procedura prevista dalla legge emanata nel 2012 e che richiede comunque il rispetto di diversi passaggi. Sarà inoltre necessario definire con esattezza la somma dovuta, soddisfare determinati presupposti e presentare apposita istanza in giudizio.
A questo riguardo è quindi fondamentale richiedere il supporto degli esperti in materia di sovraindebitamento Equitalia, i quali provvederanno ad analizzare in maniera dettagliata la posizione economica del contribuente, proprio al fine di consigliare la migliore soluzione per poter liquidare i debiti. A differenza di quello che si potrebbe pensare, il cittadino moroso non dovrà pagare tutto ciò che viene preteso dall’Agenzia, ma solo in base alle specifiche possibilità, oltre che al netto degli importi richiesti per mero errore oppure già prescritti.
Non resta quindi che provare a regolarizzare la propria posizione debitoria e iniziare a vivere in maniera più serena, evitando di essere segnalati come cattivi pagatori e di avere limitazioni per ciò che riguarda l’accesso al credito.