Le associazioni di volontariato per l’ambiente sono ormai una concreta realtà. Sono presenti in moltissimi paesi e operano per la salvaguardia di habitat naturali e specie in via di estinzione, oltre che per un mondo più green. Chi decide di provare questa avventura si trova spesso di fronte a degli aspetti da considerare, come il tipo di progetto, i requisiti per entrare, l’esperienza che potrà portare ecc.
Paradossalmente, un progetto di questo tipo, che fa dei benefici per l’ambiente e dell’onestà i suoi capisaldi, può avere dei concorrenti sleali, che sfruttano nomi famosi di note associazioni per fare una vera e propria opera di marketing a livello turistico.
Se il fenomeno più “leale” è conosciuto come volontariato, l’altro prende il nome di volonturismo, dall’unione delle parole “volontariato” e “turismo” così come specificato in questa ricerca dell’Università degli Studi Suor Ostola.
Non stiamo parlando di pratiche illegali, ma spesso chi è impegnato nella ricerca di un progetto di volontariato a cui vuole partecipare, e magari è persino alla prima esperienza, rischia di trovarsi di fronte a qualcosa di completamente diverso.
Oggi siamo nel bel mezzo di un’ondata di greenwashing supportato da tanto green marketing che diventa oggettivamente difficile distinguere il vero dal falso.
Per questo motivo è necessario fare alcune considerazioni e valutare una serie di aspetti per capire come riconoscere un vero volontariato ambientale.
Vediamoli insieme.
Il numero di volontari
Questo è un aspetto che andrebbe sempre preso seriamente in considerazione. Se un’associazione sta cercando un numero troppo alto di volontari è molto probabile che il suo fine ultimo non sia quello di salvaguardare l’ambiente, ma di “ottenere più clienti”. Infatti, le associazioni non cercano mai troppi volontari per i loro progetti; questo comporterebbe una serie di problemi a cui potrebbero andare incontro, e i principali motivi sono:
hanno alloggi limitati;
potrebbero non garantire a tutti il vitto;
hanno già un team di base in grado di occuparsi del progetto;
sono spesso molto selettivi.
Il coinvolgimento della popolazione locale
Ogni associazione di volontariato per l’ambiente ha molto a cuore il coinvolgimento delle popolazioni che abitano il luogo nel quale svolgono il loro intervento. Questo avviene principalmente per due motivi.
Sensibilizzazione: l’intervento dei volontari è quasi sempre mirato a coinvolgere nel progetto le popolazioni del luogo. Sono queste che devono essere sensibilizzate. Per quanto, con le moderne tecnologie, oggi si sia in grado di mostrare la cruda realtà dei cambiamenti climatici potenzialmente a chiunque, è ancora in uso coinvolgere nei progetti gli indigeni, che spesso hanno davvero a cuore la salute dell’ambiente dove vivono. Si insegna loro a sfruttare l’ambiente a proprio vantaggio senza causare danni a natura o animali; gli indigeni diventano quasi dei messaggeri del progetto dei volontari e continuano co nesso anche quando questi non ci sono più.
Collaborazione: spesso, quando i progetti non riescono a coinvolgere direttamente la popolazione locale poiché riservati principalmente ad esperti, la popolazione locale “dà una mano”. Sono gli enti ufficiali dei luoghi in questione che, ad esempio, offrono vitto e alloggio ai volontari e permettono loro di rimanere facendo durare più a lungo gli interventi necessari.
Si tratta, quindi, di situazioni che, se la natura del progetto fosse solo e d esclusivamente turistica, non potrebbero mai accadere. Il consiglio, perciò, è quello di valutare con attenzione anche questo aspetto.
Il contatto con gli animali selvatici
Quante volte vediamo immagini di presentazioni di un progetto di volontariato che mostrano i volontari stessi a contatto con animali selvatici. Leoni, scimmie, struzzi, cuccioli di felino, tutti intenti a farsi abbracciare dai nuovi visitatori. Bene, se vediamo queste foto dobbiamo immediatamente dubitare. Non è permesso il contatto ravvicinato tra specie selvatiche e volontari, sia per motivi di sicurezza che di sanità. Si può certamente assistere a debita distanza, ma non certo partecipare in quel modo se non si è professionisti in ambito veterinario.
Il rapporto con università e istituti di ricerca
Quando parliamo di volontariato per l’ambiente, parliamo di progetti veramente concreti. Se i cambiamenti climatici e i disastri ambientali verso i quali bisogna intervenire sono realtà coadiuvate da dati scientifici visibili, anche gli interventi devono essere archiviati allo stesso modo ed essere disponibili per studi futuri.
Per questo, è necessario un costante rapporto con università e istituti di ricerca, al fine di portare a termine l’intervento nel migliore dei modi. I dati devono essere chiaramente visibili sul sito o sul mezzo informativo scelto per la diffusione del progetto di volontariato. In assenza di questi, è più che lecito avere dei dubbi. Dobbiamo capire se l’associazione ha partner istituzionali indicati chiaramente e quale sia il reale rapporto di collaborazione con essi.
I costi
Fare il volontario prevede quasi sempre un piccolo contributo per ogni progetto volto a coprire le spese essenziali. A tal proposito, le associazioni possono agire principalmente in due modi distinti.
Quota associativa: si richiede un’iscrizione all’associazione con la quale si ha diritto a partecipare ad alcuni progetti selezionati e ad altri piccoli vantaggi, che possono essere ricezione di newsletter, gadget, sconti ecc. A volte, per determinati progetti, è richiesta comunque un quota di partecipazione.
Quota per singolo progetto: l’associazione non richiede un tesseramento ma ogni progetto prevede una quota di partecipazione.
Al di là della formula, quello che bisogna valutare è la somma richiesta. Importi troppo elevati dovrebbero farci sorgere dei sospetti. Le associazioni di volontariato, infatti, non hanno scopo di lucro, altre associazioni sì.
Processo di selezione
Un’agenzia turistica, di norma, non effettua alcun processo di selezione, una di volontariato può attuare delle restrizioni e decidere di limitare la partecipazione al progetto sia inserendo un numero chiuso di partecipanti sia con un processo selettivo in base all’impegno e alle competenze richieste.
Presentazione del progetto
Infine, quando si valuta un volontariato ambientale, è importante prestare attenzione a come questo viene presentato. Essere un volontario vuol dire anche faticare, e non sempre l’esperienza è facile o appagante.
Se nella presentazione il tono di voce risulta essere troppo allegro e le promesse di divertimento sono troppo palesi, è lecito approfondire ulteriormente per capire se si tratti di qualcosa di concreto o se non abbia nulla a che vedere con le associazioni di volontariato.
Cadere in una truffa portata avanti da finti volontari non è impossibile, stiamo attenti senza perdere di vista l’obiettivo.