
Esistono tante teorie su cosa faccia bene o male quando si ha il colon irritabile, eppure esistono delle indicazioni universali che andrebbero rispettate se si vuole salvaguardare il proprio intestino.
Frutta
Una buona regola alimentare è quella di escludere la frutta dai nostri piatti principali. Tale attenzione eviterà che si depositino per troppo tempo nel tubo digestivo, scongiurando la formazione di gas e aria nella pancia. Altro “trucchetto” per rendere la frutta più digeribile è quello di togliere interamente la buccia, considerato che è qui che si concentra la maggior parte delle fibre insolubili, nonostante questa pratica elimini anche la maggior parte dei micro nutrimenti più utili all’organismo.
Altra possibilità per continuare a godere dell’apporto vitaminico della frutta, senza per questo provare atroci dolori intestinali, è quello di cuocere mele e pere o gli altri frutti di nostro gradimento.
Alcune persone sono solite inserire frutta nella preparazione di dolci, anche se bisognerà valutare con attenzione tutti gli ingredienti affinchè l’impasto non risulti irritante per le mucose intestinali, a causa della presenza eccessiva di zuccheri saturi. E’ vero che la frutta riscaldata non rappresenta il massimo, in termini di gusto, ma possiamo sempre farla raffreddare, soprattutto in estate, quando le alte temperature scoraggiando l’assunzione di cibi caldi, anche se sono molto consigliati.
Legumi
Anche i legumi e le verdure possono essere mangiati se si soffre di colite nervosa, basterà solo sapere come fare per renderle quanto più “innocue” possibili. Una soluzione intelligente è quella di cucinare, assieme a lenticchie o ceci, delle alghe Kombu che, oltre a velocizzare i tempi di cottura, semplificheranno la digestione.
Altro aspetto da non sottovalutare, quando si mangiano verdure, riguarda il rispetto dei tempi di ammollo. Pensare di non rispettarli sarebbe un grave errore, a maggior ragione se si ha una peristalsi piuttosto lenta. Prendiamo la buona abitudine di lasciare le verdure in ammollo qualche ora in più di quelle riportate nelle indicazioni. Se ad esempio si consiglia di tenere le lenticchie per un paio d’ore in una ciotola con acqua tiepida, potremmo invece decidere consapevolmente di trattenerle per un tempo maggiore, come ad esempio per tutta la notte.
Questa pratica ridurrà i tempi biblici che impiegano di solito i legumi per cucinare e renderà questi cibi più digeribili per il nostro intestino pigro. Altro modo utile per “anestetizzare” l’azione irritante di alcuni legumi sull’intestino umano è quello di imparare ad utilizzare al meglio le spezie carminative. Al di là della difficoltà nell’accettare all’inizio dei sapori eccessivamente differenti come il cumino o il finocchio, i villi intestinali ci ringrazieranno per la scelta. Dopo tutto non può essere un caso se nei paesi arabi e asiatici in cui si consumano maggiormente queste 2 spezie, i soggetti in cura per la colite sono molti di meno.
Ogni tanto uscire fuori dagli schemi e sperimentare nuove strade può risultare estremamente positivo, anche in termini di salute.
Non solo fibre
Usciamo però dalla convinzione che le fibre siano il male di tutto il Mondo, specie quando il problema è la lentezza post-pranzo.
L’assunzione di viveri contenenti tannini può contrastare l’effetto negativo delle fibre, grazie alla potente azione antiossidante che caratterizza la loro natura. Queste sostanze infatti, riconosciute e in parte associate al sapore aspro che lasciano nella bocca quando li consumiamo -pensiamo al sapore dopo che abbiamo ultimato di mangiare una nespola o i mirtilli rossi -, risultano perfette quando si vuole guarire una diarrea persistente. In situazioni come queste, non c’è nulla di meglio che integrare nella nostra dieta quegli alimenti che ne sono ricchi, come ad esempio:
- frutta secca -non scartatene la buccia-,
- banane,
- mele.
La mela andrebbe anche lei privata della buccia, in modo tale da godere a pieno dei benefici derivanti dalla presenza dei tannini di cui è composta, ma da privarla di quelle fibre, così “tenaci” per essere sintetizzate a dovere dal nostro colon, in particolar modo quando si soffre di diverticoli.
Anche sulla frutta secca va fatta una certa distinzione, in quanto pur risultando ricchi di fibre, sulla buccia conservano importanti quantitativi di tannini. Questa caratteristica impedisce di valutare in maniera obiettiva se facciano bene o male in caso colite, di conseguenza si consiglia di provarle ad introdurre nel nostro menù settimanale in maniera graduale, perchè anche se posseggono grassi benevoli, potrebbero diventare causa di indigestione.
Altra buona indicazione generale sarebbe quella di non mangiare noci poco prima di andare a dormire, perchè potrebbero depositarsi sullo stomaco e rallentare il processo digestivo.